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EXR

Formato di file
Scheda tecnica
Nome completo: 
OpenEXR™
Estensioni: 
.exr
Magic number: 
v/1 0x01
Tipo MIME: 
image/x-exr
Sviluppato da: 
Industrial Light and Magic
Tipologia di standard
de facto
aperto
Estendibile
Livello 4
binario
Revisione: 
2013
Riferimenti: 
  • www.openexr.com/documentation
  • WetaDigital, The Theory of OpenEXR Deep
  • Samples, 2013
Conservazione: 
senza compressione
Categoria lettura: 
Speciale
Raccomandazioni lettura: 
Raccomandato in ambito cinetelevisivo
Categoria scrittura: 
Speciale
Raccomandazioni scrittura: 
Raccomandato in ambito cinetelevisivo

Il formato OpenEXR è stato recentemente inventato ed è oggi mantenuto, dalla comunità dei creativi dell’animazione cinematografica ma, a causa della sua versatilità e del supporto per un numero qualsiasi e facilmente estendibile di metadati, è oggi fortemente consigliato per la produzione di immagini raster –sia finali che, soprattutto, semilavorati– per la grafica e la produzione cinetelevisiva. A causa del formato specifico, non è richiesto il suo riconoscimento al di fuori delle organizzazioni dei sopracitati settori.
18. OpenEXR supporta immagini raster con le seguenti caratteristiche:

  • segmentazione dell’immagine in vari modi diversi (per linee, a tasselli, per strati);
  • supporto di più spazi-colore, inclusi astratti con un numero qualsivoglia elevato di canali (ciascuno associato ai propri metadati);
  • supporto per un numero qualsivoglia elevato di livelli, ciascuno dotato dei propri metadati;
  • data, ora ed eventuale posizione geografica della creazione;
  • nome o altre caratteristiche dell’applicazione creatrice, ovvero dell’autore (se umano);
  • eventuale supporto di vari algoritmi di compressione (sia lossy che lossless);
  • supporto di metadati interni la cui tassonomia rientra in namespace estendibili.

Inoltre, grazie alla versatilità nel numero di livelli e di canali di colore (e la possibilità di identificarli ciascuno con un nome), è possibile memorizzare nei punti di un’immagine raster salvata in OpenEXR non soltanto il colore, quanto piuttosto informazioni relative ad altre caratteristiche tecniche, fisiche o cinetiche dell’immagine, rappresentabili punto per punto. Esempi sono:

  • il cosiddetto “deep EXR”, ove più livelli sovrapposti mantengono una dei medesimi oggetti a diversi gradi di “profondità” rispetto ad immagini piane;
  • le texture, che sono comuni raster, le cui coordinate cartesiane sono chiamate (u,v), che rappresentano una “pelle” da avvolgere intorno ad una superficie artificiale tridimensionale (come quelle rappresentate in formati descritti in §2.7) mediante una trasformazione conforme che prende il nome, appunto, di mappa uv.

In alcuni casi, l’immagine tradizionalmente costituita da un raster ove i punti rappresentano dei colori è contenuta in un primo livello, mentre in altri livelli sono rappresentate altre quantità relative alla medesima immagine. Due esempi, estremamente riduttivi, di tali quantità, utili particolarmente nella produzione di effetti speciali digitali (VFX) e nell’animazione in CG (dall’inglese, “computer-grafica”), sono:

  • velocity map, ove i 2 o 3 canali (u,v,w) associati ad ogni punto rappresentano le componenti cartesiane della velocità istantanea del punto della superficie;
  • optical map, ove i canali (uno o più) associati ad ogni punto rappresentano caratteristiche ottiche del materiale in quel punto, quali ad esempio opacità/trasparenza, riflettanza, assorbanza, emittanza, ecc.

Per quanto riguarda i metadati interni, purtroppo, la mancanza di un registro unificato è causa del proliferare incontrollato degli stessi: unica pecca per un formato altrimenti validissimo e fortemente consigliato per la produzione di qualsiasi tipo di immagine raster.